Il titolo di queste righe sembrerebbe un biglietto aereo. Solo che ha la durata di 48 anni e nessuna compagnia aerea fa biglietti del genere! In realtà è il percorso dei miei 48 anni di vita missionaria.
Partii proprio da Sabbioncello nel luglio del 1969 per una prima esperienza di vita missionaria che durò fino al marzo del 1971. Arrivato in Somalia fui destinato alla missione di Baidoa nel sud-est di quel paese. Questa prima esperienza missionaria mi aprì gli occhi per una adeguata preparazione. Infatti, tornato in Italia, accompagnai gli studi di teologia con gli studi arabo-islamici, prima a Milano e poi a Roma. Ad essi aggiunsi lo studio dell’inglese.
A gennaio del 1978 tornai in Somalia, dove molto era cambiato rispetto a quei due anni: la gran parte delle nostre missioni era stata nazionalizzata. Dopo un primo momento di incertezza mi buttai a capofitto nella “missione”: dal 1978 al 1989 furono gli anni più entusiasmanti della mia giovinezza: la parrocchia del Sacro Cuore in Mogadiscio, la creazione di una biblioteca interreligiosa, le traduzioni in lingua somala di preghiere e della liturgia, la formazione di una comunità di lingua somala, l’impegno nella Caritas, ecc.

Il 9 luglio 1989, il vescovo Mons. Salvatore Colombo, veniva ucciso. La Santa Sede mi nominò Amministratore Apostolico. Un anno e mezzo dopo, il 9 gennaio 1991, nel contesto della guerra civile che distrusse lo stato somalo, anche la nostra cattedrale era saccheggiata e data alle fiamme. Feci partire tutti i missionari e le missionarie, e 7 giorni dopo dovetti partire anch’io. Presi rifugio in Kenya, a Nairobi, dove rimasi 10 anni. Da lì continuai il mio servizio verso il popolo somalo soprattutto con attività umanitarie come Caritas Somalia, in Somalia stessa e anche verso i rifugiati somali in Kenya, Etiopia, Gibuti e Yemen. Sviluppai anche un’attività di “advocacy” che mi portò in diverse capitali europee, africane e negli USA. Non abbandonai il mio amore per l’annuncio: un programma di Radio Vaticana in somalo, traduzioni, tra l’altro, dei quattro Vangeli con note appropriate al contesto somalo.
Il 25 maggio 2001 cambiai residenza: a Gibuti dove fui ordinato vescovo di quella Diocesi, mantenendo lo stesso incarico per la Somalia. I 23 anni trascorsi a Gibuti furono gli anni della mia “maturità missionaria”. Con entusiasmo raccolsi l’eredità dei missionari cappuccini francesi. Ci aggiunsi qualcosa di mio: l’apertura della prima scuola elementare in inglese, “Horn of Africa School” che all’inizio contava solo 12 studenti e ora ne conta 340!
Ricevetti diversi incarichi, che perdurano ancor oggi, a livello della Caritas Moyen Orient – Nord Afrique (e Corn d’Afrique) e di ICMC (International Catholic Migration Commission) che mi portarono a numerosi viaggi.
Dopo due anni di attesa, il 3 marzo, un nuovo vescovo, Mons. Jamal (un palestinese) ha preso il mio posto. E il 10 aprile sono tornato in Provincia, a Sabbioncello, un po’ malmesso in salute. Spero di poter dare ancora un po’ di servizio missionario e di sapermi riadattare alla nuova situazione. Comincia una nuova avventura!