Da Canale d’Adda e Imperia.

In un’ordinaria mattinata lavorativa (3 aprile 2023) un WhatsApp di fra Gabriele Dall’Acqua: ” Se io in luglio andassi in itineranza, da Canale d’Alba fino ad Imperia dalle Clarisse, ti andrebbe?” Accetto senza esitare!!
Se siete curiosi di sapere com’è andata è perché non conoscete la vastità!!
Dunque, dall’8 al 14 luglio un piccolo gruppetto è partito per vivere un’esperienza di cammino, di Vangelo e di provvidenza senza soldi né prenotazioni.
L’itineranza la si può raccontare da vari punti di vista, con una carta geografica in mano: passando per colline, strade, sentieri, rotaie, lungo il fiume Tanaro, superando il Colle di Nava fino giù a Imperia, al mare… che spettacolo la natura!!
La si può spiegare attraverso i volti incontrati: quello di Domenico e della sua famiglia, a loro chiedevamo acqua e ci hanno cucinato la pastasciutta, quello del sindaco di Nucetto e il suo passaggio in auto, o di Cinzia e Gianni e la cena offerta al ristorante, o di chi ci ha detto di no…meravigliosa Provvidenza!!
O ancora con gli aneddoti inevitabili, tante risate, i luoghi impensati per passare la notte, una sveglia puntata troppo presto, la calorosa accoglienza delle clarisse e degli amici ad Imperia, il bagno in mare come premio finale!
Oppure la si può narrare anche come epifania di Dio, come una settimana di esercizi spirituali dove la strada s ifa Parola e la Parola si fa strada, perché è viva e concreta; perciò, ha bisogno di stare in mezzo alla gente! O con quello che capita in chi cammina: l’essenzialità e l’incertezza ti fanno attento, bisognoso, creativo, generoso, custode di chi cammina con te e di chi incontri, impari a lasciarti interrogare e custodire a tua volta, a ridare il giusto peso alle cose, a capire cosa ti è veramente necessario, in fin dei conti è il nostro stesso vivere, perché nel quotidiano siamo tutti mendicanti di qualcosa, fuori di noi e dentro di noi, così si crea comunione.
Siamo arrivati alla meta come un corpo solo, coordinati sul ritmo del cammino, delle pause, dei silenzi, della preghiera e delle chiacchiere…. è la conferma che siamo fatti per stare in relazione, per sceglierci e lasciarci scegliere da chi incontriamo ogni giorno, perché la salvezza passa dai legami. Poi c’è un altro modo per raccontare questo cammino: due modi diversi di vivere la povertà, quella di fra Gabriele con il saio e la mia di consacrata nell’Ordo Virginum che vive la sua povertà senza essere riconoscibile immediatamente, perché nelle stesse condizioni della gente comune. Due  diversità accomunate dal sentirsi al posto giusto sulla strada, perché “crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messo è per noi il luogo della nostra santità” (Madeleine Delbrel). Penso di poter dire che un’itineranza potrebbe essere utile a tutti, giovani, meno giovani, parrocchie, famiglie, noviziati, gruppi di lavoro a vari livelli… a chi lascia andare i piedi e il cuore e non esita, ma ‘passa in mezzo alla città’! (Ez. 9,4).