UN’ULTERIORE POESIA DEI (TUOI) DONI

Ringraziare desidero Il divino,
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che vivono questo universo singolare.

Ringraziarti desidero
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vedi Tu.
Per il pane e l’acqua,
per il Pane e il Vino
per la Tua Parola e le nostre parole,
per i libri, le canzoni
le chitarre e i romanzi.
Per i poeti e le loro preghiere,
che poi sono le nostre.
Io ringraziarti desidero
per il coraggio e la felicità degli altri
per la casa sentita
nel gelsomino sul ballatoio
negli ulivi del chiostro
e nella pianta di fico a Cana di Galilea.
Per le tende dei nomadi e le chiese romaniche,
le biblioteche e gli archivi,
gli ospedali e i bar
e per lo splendore delle candele
che nessuno può guardare
senza la paura di potersi consumare come loro.
Per il mare, ricordo arcano
dell’abisso di senso e della voglia barbarica di migrare.

Io ringraziarti desidero
per gli stormi di rondini al tramonto,
e le veglie notturne dei gufi.
Per l’odore di soffritto, carta,
benzina e caffè
e per noi, quando ardiamo d’amore e speranza,
quando il futuro sembra un amico.
Per la quiete del convento,
per i figli e i nipoti
e per i genitori che diventano nonni,
per tutti loro, divinità domestiche.
Per il fatto di avere una sorella.

Ringraziarti desidero per tutti quelli
che sono piccoli, limpidi e liberi,
poveri, malati e minori.
Per la parrucca di Elena e il tutore di Karol
per i tremolii di Camillo e l’iscrizione all’università di Marco.
Per la birra, il tabacco
e il tanto ridere, nell’ozio.
Io ringraziarti desidero per i molti volti
che ho miracolosamente incontrato,
che sono vari e alcuni sono adorabili.
Per quando di notte
vorremmo dormire abbracciati,
per quando scopriamo di poterci ancora innamorare.
Per la cura
che è la preghiera spontanea dell’anima.
Per i nostri maestri immensi,
per chi nel tempo ha ragionato in noi
e per i chilometri di carta che ha lasciato
come impronta della carovana umana.

Per l’amicizia e le sue facce,
per quando si dicono cose stupide e fondamentali
cercando di ritrovare, per decifrarlo,
il libretto di istruzioni della vita.
Per i baci d’amore che ci rendono impavidi.
Per la contentezza, l’entusiasmo, l’ebbrezza.
Per chi ha già attraversato il guado
e rende la morte un luogo abitato.

Ringraziarti desidero
per la complessità e il talento
di complicare le cose più semplici.
Per l’ipocondria, l’ansia e la goffaggine.
Per la Sclerosi Multipla e il poterla vivere insieme ad altri.
Per i miei molti fratelli
e le mie molte sorelle.
Per Guccini e Battiato,
per De André e Garcia Marquez,
per Borges e Gualtieri
e per Francesco di Assisi,
che scrissero e vissero già questa poesia.
Per il fatto che questa poesia è inesauribile
e cambia secondo ogni essere umano
e non arriverà mai all’ultimo verso.

Ringraziarti desidero
per il silenzio e la preghiera,
perché ancora non li conosco davvero.
Per il deserto, l’ascolto e la scelta.
Per i minuti concitati che precedono il sonno,
per quello strano dormiveglia che è la morte,
per i doni segreti ancora nascosti in me.
Per le mie miserie e le Tue misericordie.
Per il segreto che io sono
e per l’abisso di luce che Tu sei.

Infine ringraziarti desidero
perché ci sei
perché con il sole e le stelle,
tutto muovi in me,
in noi, in Te.