Sono appena tornato dal Libano per l’incontro della Caritas Medio Oriente Nord Africa, di cui sono stato eletto presidente (seguendo la teoria del non recuso laborem!). Ho incontrato in questa occasione il Vescovo emerito di Aleppo, George Aboukhazem, che ho visitato nel convento di Harissa, insieme a p. Halim, ai tempi impegnato nel servizio per il dialogo dell’Ordine. Si è recentemente realizzato anche un gemellaggio con la Caritas del Piemonte, come seguito delle celebrazioni del 50esimo di Caritas italiana.
La siccità in Somalia è molto grave (non piove da 3 anni); ho potuto effettuare una visita insieme al Nunzio per incontrare alcune Autorità; l’appello internazionale è stato oscurato dal problema Ucraina e dal terremoto. La gente scappa dalle campagne e va verso le città e poi verso Kenya ed Etiopia, che sono anche toccati dalla siccità. Le organizzazioni dell’ONU sono anche stanche delle continue lotte tra fazioni. 7
La diocesi di Gibuti accoglie sacerdoti soprattutto da India e Kenya, ma non oltre un certo numero, anche perché è un costo (così faccio il “questuante” in giro per il mondo). I frati etiopi avevano tendenza ad occuparsi prevalentemente della loro comunità, ma qui ci vuole una mentalità internazionale, anche nel mangiare! Il Vicario è p. Marc, americano, amante della liturgia “tridentina”. Il centro di accoglienza per minori prosegue, gestito da p. Salomon con una Suora che fa da contabile, ma un po’ a rilento. Probabile collaborazione all’orizzonte con Fidesco (volontari comunità dell’Emmanuel); purtroppo viviamo in una situazione di precarietà dei volontari, che restano per pochi anni. A Borama, Somalia del nord, dove c’era Annalena Tonelli [volontaria italiana assassinata nel 2003], ospedale e scuola continuano la loro opera, anche se non ai ritmi di quando c’era Annalena; per lei forse si profila la beatificazione in diocesi di Forlì.