Dalla violenza alla speranza. Per costruire la pace abbiamo bisogno di incontrarci. “Dalla violenza alla speranza” era appunto il titolo scelto per l’incontro organizzato a Monza dai frati di GPIC, con la speranza appunto di coinvolgere giovani interessati al tema di una pace autentica, realizzata attraverso la gestione nonviolenta dei conflitti.
Del resto, questioni come la pace, il conflitto e la nonviolenza sono talmente vasti e complessi che anche solo darne una definizione precisa è stato tutt’altro che banale. Anzi, tanto dalle parole dei relatori invitati a partecipare quanto dalle discussioni tra di noi sono emerse numerose provocazioni e spunti di riflessione. Ad esempio, quello lanciatoci dal prof. Marco Bartoli, sull’importanza della preghiera lungo un percorso di pace: sia come segno tangibile del desiderio di pace, sia alla luce del fatto che spesso questa pace non si costruisce semplicemente a tavolino, ma germoglia nel cuore degli uomini a partire da gesti semplici, occasioni inaspettate.
D’altra parte, anche i luoghi che sono stati teatro di eventi particolarmente drammatici possono trasformarsi in scuole dove educare alla pace, attraverso un’alfabetizzazione dei conflitti rivolta a tutti, ma in particolare ai più giovani, come testimonia l’esempio della scuola di pace di Monte Sole di cui abbiamo parlato con Elena Bergonzoni. Abbiamo partecipato, in compagnia di numerosi giovani di Monza e dintorni, alla serata organizzata dal “Friar” locale, animata da musica e buona birra e da una semplice attività per confrontarsi sul tema dei possibili atteggiamenti di fronte ai conflitti. La guerra, come è stato chiarito a più riprese, non è sinonimo di conflitto, ma costituisce la degenerazione del conflitto in chiave violenta.
Abbiamo avuto modo di confrontarci con l’eredità che la guerra si lascia alle spalle incontrando le suore clarisse del monastero di Gorla, a Milano, dove nel 1944 una bomba alleata cadde su una scuola uccidendo 200 bambini.
Parole, volti, incontri. Pietro Maranesi parlando della nonviolenza di San Francesco, nel cui Cantico delle creature trovano spazio le tre grandi dimensioni della pace: con gli altri, con la natura, con sé stessi.