Convegno COMPI Under7, Assisi 2-5 aprile ’24

Il canto pasquale di Francesco pareva riecheggiare ancora attorno alla Porziuncola tutta impacchettata, in quei brevi squarci di tempo in cui la tabella di marcia serratissima lasciava un momento per andare a pregarci un po’. E quel canto aveva l’accento di ogni regione d’Italia e la forza di chi – forse perché ancora giovane – sogna senza troppa punteggiatura. In un sine glossa di sfumature di marrone, di lunghezza d’abito, di decibel o velocità nel parlare, ha brillato in ogni frate l’impronta di Francesco. Così ci siamo trovati in 70, da tutte le Province italiane, per fare… non ho capito bene cosa – se interessa la cronistoria di questo incontro storico si può visitare il sito dell’Ordine (www.ofm.org) e leggere le bellissime parole di fr. Michele Carriero, che ha preparato, curato e guidato l’intera operazione.

Sono stati giorni in cui ci siamo ritrovati, riconosciuti o incontrati per la prima volta ed è stato un tempo di provocazioni, stimoli, confronti e sogni condivisi. A partire dagli spunti offerti dal prof. Brufani sul Testamento di Francesco abbiamo potuto gustare la profezia sempre attuale di un minoritismo possibile. Interessante (e non scontata) la possibilità di ascoltare fr. Darko Tepert, Segretario Generale per la formazione e gli studi, che ha restituito le sue impressioni sulle sfide che ci interpellano oggi in Italia e nel contesto europeo. Ma più che le parole ha potuto la fraternità: fondamentali si sono rivelate le esperienze vissute a gruppi, condividendo servizio e ascolto, nelle visite ad alcune realtà che incarnano un aspetto particolare tra quelli presentati da Francesco nel Testamento: il servizio ai lebbrosi, la preghiera, la fede nei sacerdoti e nei teologi, le sfide vitali della fraternità, del lavoro e della pace.

In una fredda e ventilata giornata a La Verna, abbiamo ricevuto il dono di ricordare insieme – in questo centenario del dono accolto delle Stimmate – che anche la carne di Francesco, come il presepe a Greccio, doveva farsi eucaristia e che anche il suo corpo, come la Regola, doveva essere bollato. E proprio in quel luogo, come novelli Tommasi, abbiamo “toccato le ferite” del nostro presente per guardarci attraverso e intravedere il futuro. Abbiamo visto un domani difficile, certo… ma bello perché libero dalle gabbie d’oro che sono i confini delle nostre Provincie e gli orti conclusi di proposte e servizi che rischiamo di tenere solo per noi – a laude di Chissà-chi e del ricco Amor proprio. Nella lunga condivisione assembleare ci siamo scambiati parole come semi, lanciandoli a piene mani nel campo della fraternità. La promessa è quella di ritrovarci, sì! Ma soprattutto di incominciare a costruire conoscenza vicendevole, di visitare davvero la casa degli altri, di imparare a condividere tempi e servizi insieme. Emmaus, infondo, è il primo convento della Provincia vicina. E proprio camminando, servendo, ascoltando, pregando e mangiando insieme, soprattutto nei momenti di fraternità dopo cena – in cui l’abbondanza e la bontà del “tutto-di-tutti” presente in tavola ci ha fatto pensare “l’Ordine dei frati minori riparta dalla condivisione di prodotti tipici!” – abbiamo visto il Signore!

Così ognuno è tornato alla propria Gerusalemme, a dire a chi lo aspettava a casa, che, come frati, abbiamo ancora la capacità di dare una risposta di senso alle provocazioni della realtà. Basta solamente provare a farlo insieme ad altri. Come? Anche solo partecipando ad un convegno.

Con-vegno, infondo, è una parola che non dovrebbe spaventarci. Forse perché siamo chiamati a vivere in con-vento, continuamente con-vocati dal Signore per con-frontarci tra noi e col mondo. Questo è il sogno di Francesco, un minoritismo possibile che vive nel con-dividere con tutti, tutte e tutto quel con-vito eucaristico che è la quotidianità.