Di seguito qualche stralcio del testo.

Il futuro della fede cristiana è legato anche alla capacità delle comunità cristiane di dare corpo al sogno di Gesù, il sogno del regno di Dio. Le intuizioni e le provocazioni devono diventare educazione, pena l’insignificanza del cristianesimo. Mi sembra che oggi le nostre comunità si giochino la loro forza profetica soprattutto in questo campo, nella relazione con i beni.

La formazione riguardante l’economia implicherà anche doveri e divieti: i doveri derivanti da un uso casto dei beni, che sono sempre mezzi e mai fini, e dalla necessità di una loro condivisione, del controllo dei propri investimenti perché non favoriscano commerci illeciti e immorali come quello delle armi, il divieto della speculazione e del gioco d’azzardo, il dovere di pagare le tasse, il dovere del rispetto per il creato, insieme a una visione critica della cosiddetta meritocrazia, del “dio incentivo”, del dogma dell’efficienza, produttività, redditività e competitività, i quali producono “gli scarti”; per affermare invece la cultura dell’onestà, del dono e della misericordia, che fa spazio anche a coloro che non sono vincenti e non sono in grado di competere.