Dover scrivere in questo articolo ciò che si fa e si vive nel nostro angolo di mondo piemontese mi sembra troppo poco. Per i fratelli che vivono in Saluzzo quale è il “nucleo” decisivo? Credo si possa dire così: che sentiamo di dover ribadire la nostra resistenza: “Quando verrà la morte vorremmo “essere trovati vivi (!)”vivi mentre distribuiamo lieti ciò che ci è stato dato in eredità; sentendo che mentre consegniamo pezzi di vita siamo più autentici e più vivi.

Gesù dice in una parabola: quale è il servo buono e fedele a cui lasciare il cibo di scorta da spartire ai fratelli nel tempo opportuno? Ma che tempo opportuno è mai questo? Il tempo opportuno della crisi(!). Così partendo da ciò che vogliamo “ridistribuire” nasce per la nostra Fraternità il progetto -finalmente avviato- di accogliere in stile di condivisione quei bisognosi che a nostro avviso possono godere della nostra vicinanza tanto da ricostruire la loro fiducia nella vita e ripartire. Riprendere il cammino dopo aver sostato con noi, essendosi rinfrescati all’ombra di relazioni sane (troppo esigue nel loro passato).

  • Se ci troveremo pieni di Parola di Dio sapremo distribuire con la Predicazione (come San Bernardino).
  • Se ci troveremo pieni di cibo sapremo distribuire con il piatto quotidiano dato agli affamati.
  • Se ci scopriremo pieni di Luce avremo da spartire una vita Trasfigurata.

Ma mi fermo con questa litania dei “se…”.

Per ora siamo pieni solo di… domande! Incontri vissuti con volti pieni di domande. Sono le domande che i penitenti fanno nella confessione all’orecchio di Fra Giuliano, il nostro parroco. Le domande che i migranti fanno mentre si alzano pensosi dalla mensa della Caritas rivolti a Fra Andrea che sta asciugando i pentoloni.  Le domande che gli anziani della Casa di riposo propongono o tacciono stancamente quando riconoscono fra Maurizio che passa loro vicino nel corridoio. Le domande di senso che ci lanciano gli sguardi vagamente preoccupati di alcune donne accolte nella casa di Cohousing della Diocesi. Tutte simili alla Domanda per eccellenza che ci appella da vicino. Allora sarà significativo quel che già facciamo: servizio in parrocchia, servizio in cucina e mensa Caritas, cappellania presso gli anziani, supporto pastorale ad alcune zone pastoralmente depresse, la supervisione alle ospiti della Casa S. Chiara, ecc. Se le domande esistenziali sono come lievito nella massa dalla pasta, allora ci avvicinano al Regno di Dio, e affrontarle insieme sarà come sale sciolto nel cibo: gusto di Vita nuova proveniente da Cristo.