Il vangelo di questa terza domenica di Avvento va compreso all’interno del contesto in cui la liturgia ce lo offre. La prima lettura del profeta Sofonia esorta Gerusalemme alla gioia perché il Signore è un Salvatore potente; nella seconda lettura, Paolo esorta i cristiani a essere sempre lieti perché il Signore è vicino,è dentro ogni situazione e ci custodisce nella sua pace. Siamo dentro un clima di gioia per il dono gratuito della salvezza che niente e nessuno ci può togliere. Ecco allora che la predicazione di Giovanni Battista giunge a noi come segno del regno che viene, di una salvezza che è vicina ed è per tutti.

Di fronte all’irrompere del regno, la domanda che sorge nel cuore dell’uomo è: «Che cosa dobbiamo fare?». È la stessa domanda che verrà rivolta a Pietro dopo la Pentecoste, quando annuncia la risurrezione al popolo in Gerusalemme (At 2,37). L’incontro con il Signore e l’esperienza della salvezza non è qualcosa di intellettuale: o ti cambia la vita oppure non è. Giovanni individua la via della conversionedentro la concretezza dell’esistenza delle persone. Non è richiesto di fare opere particolari, di lasciare tutto per andare nel deserto, ma di vivere nella giustizia l’uso dei beni e le relazioni. E nessuno è escluso dalla possibilità del cambiamento: non è vero che nella tua vita nulla può cambiare!

Nella seconda parte del brano evangelico, ritroviamo nuovamente il popolo in attesa, come all’inizio del vangelo di Luca, quando il sacerdote Zaccaria entra nel tempio per offrire l’incenso (Lc 1,21). Non sono sufficienti il desiderio dell’uomo di convertirsi e i suoi passi di giustizia: la salvezza è dono di Dio. Ecco allora che Giovanni annuncia l’arrivo del Messia e un battesimo in Spirito santo e fuoco. Il richiamo è quello della Pentecoste. Non si tratta solo di una purificazione, ma di essere immersi nella vita stessa di Dio. È lui a compiere in noi quell’opera di purificazione dal male che umilia e opprime la nostra vita. Le immagini apocalittiche che troviamo alla fine della pericope sono riprese dalla tradizione profetica e ci possono sembrare distanti; esse rivelano il giudizio operato da Dio: ci sarà una giustizia. Proseguendo nella lettura del vangelo di Luca ci verrà rivelato che la giustizia di Dio è la sua misericordia e il Signore Gesù è questo volto della misericordia di Dio per l’uomo. Anche Giovanni si dovrà “convertire” (Lc 7,19), dovrà accogliere un Messia che si rivela come mite e misericordioso, in cui si compie la parola del salmista: «Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno» (sal 85,11).