«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”» (Lc 24,36).

I vari racconti pasquali che troviamo nei quattro vangeli sono accomunati da alcuni elementi ricorrenti. Per esempio, le apparizioni di Gesù vengono descritte con il verbo stare (“stette in mezzo a loro”), che risuona come una volontà precisa: esserci, garantire in modo stabile la presenza. Nel vangelo di Matteo, la nascita di un bimbo nel grembo di Maria viene annunciata con il nome profetico che troviamo in Isaia; si tratta dell’Emmanuele, nome simbolico che significa “Dio-con-noi”; lo stesso vangelo si chiude con questa promessa: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Nell’ultimo versetto di Marco, i discepoli partono per la missione, ma si legge questa precisazione: “Mentre il Signore agiva insieme con loro” (Mc 16,20). Altro particolare interessante: il Risorto esibisce come biglietto da visita le sue ferite; è il crocifisso. Altro dettaglio: la sua parola d’ordine è “Pace!”, in ebraico “Shalom”. Spesso il Signore glorioso siede a tavola con i discepoli e mangia con loro; d’altronde, la sua esistenza terrena aveva già raggiunto un apice nell’ultima cena, con i gesti simbolici che rappresentano l’eredità di Gesù, consegnata a tutti coloro che avrebbero creduto in lui nel corso dei secoli: l’eucaristia e la lavanda dei piedi. Infine, la missione che il Kyrios affida agli apostoli è chiara: annunciare in tutto il mondo che è possibile ricevere il perdono, la remissione dei peccati, la cancellazione dei debiti che uno può avere accumulato nel corso di una vita, a causa del male penetrato nel cuore, nella mente, nelle membra.

C’è un filo conduttore in tutto questo? L’uomo che è stato la più grande vittima della storia, e ha subito ogni sorta di ingiustizia, tradimento, violenza, abbandono, calunnia e sopruso… quest’uomo si presenta consegnando la parola ‘pace’; lui che è rimasto solo, concede a tutti la sua presenza, rinnova l’amicizia, regala una vita nuova a tanti cadaveri ambulanti, trasmette lo Spirito del Padre a gente completamente scarica e demotivata, comunica parole piene di luce, che riscaldano il cuore, testimonia la leggerezza di chi ha imparato a stare sulla Terra senza rancori, rimpianti, recriminazioni, rivendicazioni…

La Pasqua è una immersione continua nell’amore infinito che Gesù ha seminato durante e oltre la sua esistenza. E soltanto l’amore potrebbe dimostrare che anche noi, adesso, qui ed ora… siamo già risorti insieme con lui.

Don Andrea