E’ uno spettacolo, dice Luca nel suo Vangelo.
Sì, lo spettacolo dell’amore.
Quello vero.
Quello che lascia senza fiato.
L’unico per il quale si può morire.
O morirne.
E’ la spettacolo della passione, quella di Gesù per me, per te.
Sì, Gesù è appassionato di te.
Tu sei la Sua passione.
E’ lo spettacolo del Figlio di Dio che svela nella sua nudità crocifissa il vero volto di Dio.
Nessun effetto speciale, nessuna flotta di angeli soccorritori, nessuna controfigura.
Lui nudo, straziato, scarnificato è la trascrizione più vera del volto di Dio.
Quell’uomo appeso alla croce, abbandonato e tradito è il nostro Dio.
Prima di andare avanti, mi chiedo e ti chiedo, se davvero lo vogliamo un Dio così.
Un Dio senza bacchetta magica, che si china sui piedi zozzi dei suoi discepoli e li lava con cura, un Dio che consegna la sua memoria nel fragile gesto del pane spezzato, che non toglie il dolore ma lo condivide, che non ci salva dalla morte ma nella morte, che perdona e persino giustifica i suoi assassini, che muore abbandonato da tutti i suoi amici, che nella solitudine più totale e straziante non maledice ma consegna il suo spirito al Padre.
Sicuri?
Lo vogliamo un davvero un Dio così?
Eccolo.
Il Rabbì condannato a morte per bestemmia sale al Calvario.
Ci siamo.
Il corteo è arrivato in cima, sul luogo detto Cranio.
Gesù è terra. I polsi schiacciati sulla trave.
Per la prima volta il falegname Gesù è dalla parte del legno. Conosce il rumore del martello sui chiodi, ma non il tonfo sordo e straziante della carne.
Su quel legno finisce il cammino del Rabbì.
Ora siamo alla fine.
Ogni respiro è una frustata.
L’ultima parola è per il Padre, a Lui il Figlio riconsegna lo Spirito.
E poi il silenzio.
Ma i discepoli ancora non sanno.
Ascoltano il silenzio e pensano che sia la fine.
Invece no, quel silenzio è quello prima della tempesta, è il silenzio che precede l’esplosione.
L’Amore non può stare a marcire in un sepolcro.
L’Amore, quello di Gesù, lo farà esplodere.
E sarà Pasqua.
Paolo De Martino