La cura di Dio non è mai solitaria: chiama in gioco l’uomo.

Gesù mi prende a cuore affidandomi alla sua locanda: la Chiesa. Faccio memoria e mi dico: sono in buone mani! Qualcuno mi accoglie, mi raccoglie ogni giorno come dono del Signore, come ospite gradito. Trovare ospitalità presso la casa dei discepoli, vivendo il tempo del lasciarsi guarire, è il modo normale di sperimentare l’incontro con il Signore. La casa dei discepoli come luogo della cura, ospedale da campo. Il sogno di Dio!

Ma è anche vero che io stesso devo e posso divenire locanda: fare spazio ai viandanti feriti che il Signore vorrà inviarmi; e ospitando loro troverò sempre di nuovo me stesso, la mia identità. Aprendo le porte ritroverò la mia sequela di un maestro che si commuove per ogni scalfittura d’umano.