Non per niente Gesù ci chiamava figli del tuono: Giovanni voleva impedire a uno che non era dei nostri di far del bene, insieme avevamo proposto di far scendere fuoco dal cielo a chi non ci aveva accolto…

Poi avevamo accompagnato Gesù, insieme a Pietro, alla casa di Giairo dove la fanciulla morta era tornata in vita. Sempre noi soli eravamo stati testimoni della trasfigurazione. Così ci siamo sentiti i migliori, e abbiamo coinvolto nostra madre, che non si è tirata indietro, a farsi paladina della nostra promozione…

Abbiamo iniziato al Getsemani a capire cosa significasse regnare con Gesù: non una carriera da dominatori, ma un prendersi a cuore i fratelli fino a donare la vita per loro. Mi sono perso per un po’ nella notte della paura, ma ora che Gesù è risorto berrò il suo calice. Per primo.