Quando si tratta di noi la morte ci inorridisce: ci fa sprofondare in un abisso di dolore da cui è difficile risalire. Le morti violente ci sconvolgono e ci fanno temere che qualcosa di ma- le possa accadere anche a noi.
Alla morte di Gesù invece siamo abituati; lo strazio della croce lo portiamo in giro senza che ci sconvolga più di tanto. Le parole lapidarie della scrittura però ci impediscono di sfuggire alla tragicità dell’evento: è stato ucciso, Gesù, il Figlio amato, il nostro salvatore, e per tre giorni è parso al mondo che ogni speranza fosse perduta. Ma Dio non l’ha abbandonato e soprattutto non ha abbandonato noi.
Cristo è risorto, veramente risorto: dopo una morte spietata tutto si riapre. La vita torna a dominare; a dirci che nessun male potrà mai impedirci di essere abbracciati totalmente dall’Amore.