Non dico di non pesare: posso essere considerata anch’io un fardello, che nella lingua araba è il carico messo sulla groppa di un cammello, ma sono diversa dal peso opprimente delle osservanze farisaiche.

Chi vi invita a prendermi sulle spalle è uno che mi ha portata per primo, che quindi al dire fa precedere il fare. Poi è uno che conosce le vostre reali possibilità e non vi carica oltre le vostre forze. Infine non siete soli a portarmi, perché mi paragona a un giogo che, come si sa, è fatto per due: lui, vero maestro, vi affianca e condivide il peso.

Così quando mi offre a voi, assicura che se imparate da lui, mite e umile di cuore, potrete trovare ristoro: perché sperimenterete che non sono il peso sfibrante di una legge anonima, ma sono la croce dell’amore divino.