A volte dormo, Signore, e nemmeno mi accorgo di dormire. Anch’io spesso sono oppressa dal torpore: una grande stanchezza, un desiderio di chiudere gli occhi e non sforzarmi più alla vigilanza.

Sei tu, che mi ami profondamente, a svegliarmi perché di nuovo possa stare con te. Non fai rumore, non gridi, ma manifesti la tua gloria e all’improvviso i miei occhi vedono il tuo splendore. Una parola gentile, un gesto gratuito, un incontro atteso o casuale, la bellezza di un fiore in una giornata grigia, eccoti Signore!

Vorrei stare in quell’attimo, non uscirne più; ma devo muovermi, portando nel cuore ciò che ho visto e aiutandoti a svegliare il mondo perché anch’esso ti veda, con gesti di gentilezza, di accoglienza, di perdono, di cura ed attenzione.

Lavorare, incontrare, con le mani tra le tue.