In giorno di sabato e nella sinagoga: la coordinata temporale e quella spaziale ci portano al cuore della pratica religiosa del popolo d’Israele; proprio lì avviene il primo pubblico scontro con le potenze impure che insorgono, riconoscendo colui che è venuto a liberare l’uomo.
Il potere schiavizzante è terminato, è ridotto al silenzio, mentre l’unica parola che autorevolmente risuona, insegna e scioglie dal male resta quella di Gesù.
L’incontro-scontro che avviene nel luogo e nel tempo sacri suggerisce che forse il rischio di misconoscere o rifiutare Dio è particolarmente insito nell’esperienza religiosa, quando questa diventa un sistema chiuso, arroccato sulle proprie conoscenze, pur teologicamente corrette, ma indisposto a lasciarsi sorprendere dalla novità di Gesù di Nazaret.