In questo capitolo quindicesimo del vangelo secondo Giovanni, Gesù si presenta come la vite curata dal Padre e alla quale noi siamo uniti strettamente come tralci; la stessa forza vitale circola costantemente e perciò possiamo sperimentare la dolcezza dei frutti maturi.
È volontà del Padre che noi portiamo frutti abbondanti facendoci discepoli di Gesù. Gesù ci avverte che, senza di lui, non possiamo far nulla, nulla che abbia in sé la vita, che sia a gloria del Padre, che porti più bene e luce e gioia al mondo.
D’altro canto, ogni cosa che compiamo, nonostante i limiti, i peccati e le fragilità, possiamo farla in unione al Signore: così niente andrà perso, ma tutto verrà valorizzato e acquisterà il suo pieno significato.