Ho sentito che quelli di Nazareth hanno cacciato in malo modo questo loro compaesano che oggi abbiamo ascoltato e visto all’opera nella nostra sinagoga, e mi sto chiedendo come abbiano potuto agire in quella maniera così sconsiderata. Possibile che siano così ottusi da non aver capito che avevano davanti una persona straordinaria?

Ne abbiamo avuto una prova oggi, prima con quella parola penetrante e poi con quel gesto di liberazione. Tutto questo però è anche inquietante, e forse comprendo perché i nazaretani non l’hanno accolto: non basta una fede proclamata a parole, come il grido di quel demonio privo di speranza e d’amore.

È la vita nuova che conta, è mettere in pratica un messaggio esigente, che scuote presunzioni e inerzie e invita ogni giorno a riprendere un cammino di responsabilità.