Ricordo l’agitazione che ci fu qui a Cafarnao quando arrivò Gesù, sottraendosi alle ire dei compaesani di Nazaret, i commenti mordaci sulla loro stoltezza, l’onore di avere tra noi il grande profeta.
E poi i segni che vedemmo: l’indemoniato guarito nella sinagoga, la suocera di Simone liberata dalla febbre, i malati risanati alla sera; e qualche tempo dopo il servo del centurione. Senza dimenticare con quanta autorità annunciava la parola della scrittura: eravamo compiaciuti di avere un ospite così, che dava lustro alla nostra cittadina. Però, purtroppo, non siamo andati oltre lo stupore e l’orgoglio campanilistico, la nostra vita non è cambiata nella presunzione di avere in lui un talismano sicuro.
Ora ci hanno riferito le sue minacce: è vero, se non ci convertiamo, per noi finisce male!