La vedova Anna può apparire a prima vista come una semplice controparte femminile dell’anziano Simeone, una donna che sembra essere un di più, non essenziale per il racconto.

Non considerata, chiede considerazione; abbandonata, cerca comunque il suo sposo; afflitta dalla solitudine, si affida e non si arrende fino al punto da mettersi al servizio della redenzione del suo popolo anche alla sua veneranda età, quando le energie esauste non chiedono che di godersi un po’ di ristoro.

La notizia è troppo bella, così da vincere il divario tra le sue ferite profonde e la possibilità di ritrovare quell’amore, quella passione che l’ha resa fedele contro ogni speranza.

Possiamo essere anche noi così, cercatori di amore che non ci lascia in pace una volta scoperto.