Nel dialogo tra il dottore della legge e Gesù notiamo subito uno sbilanciamento: il primo cerca di mettere in difficoltà il Signore, mentre lui non si lascia ingabbiare dal legalismo, anzi apre gli orizzonti con una risposta di libertà e novità.

Se il dottore della legge chiede un precetto chiaro, Gesù risponde con un atteggiamento interiore: la compassione. Non ci è data una ricetta unica e universale: il mio prossimo non è identificabile con una categoria, un gruppo preciso di persone; ma ci è chiesto di «avere gli stessi sentimenti di Cristo», che anzitutto ha compassione nei nostri confronti, che fascia le nostre ferite ungendole con il balsamo della sua misericordia.

Se sappiamo riconoscere questa esperienza di amore ricevuto, possiamo allora accogliere l’invito «Va’ e anche tu fa così».