Erode è attratto da ciò che non conosce e non fa parte della sua personalità, ovvero quella fermezza che permette a Giovanni Battista di dire apertamente le cose come stanno, senza doppiezze.

Le speranze di veder trasformata la sua titubanza in conversione svaniscono come sabbia tra le dita, perché il re si ritrova vittima della sua stessa incoerenza e inconsistenza. La benevolenza si tramuta in rigidità, a motivo dell’orgoglio, e nella tristezza si consuma il delitto atroce e meschino della parola profetica.

La scelta quotidiana tra l’essere come Giovanni o come Erode si può riassumere così per ognuno di noi: fermezza o rigidità?