Gesù sale sul monte e le beatitudini vengono giù rotolando, una dopo l’altra, come massi in caduta libera addosso ai discepoli che si avvicinano per ascoltare l’insegnamento del Signore.

Però sono massi che non fanno male: sono granitici, sì, ma al tempo stesso flebili nel suono, perché colpiscono dritto al cuore con melodia eterna e sempre nuova. Ci lasciano comunque la libertà di poterli scansare, se vogliamo.

Le beatitudini ci invitano a rischiare di continuare con loro la discesa in profondità dentro noi stessi, per fare luce nel nostro intimo. E ci invitano a percorrere la via dell’uomo che incontra Dio, nella propria condizione di povero e affamato di senso.