Timore, meraviglia, gioia: ecco il susseguirsi di emozioni che ho vissuto, o meglio, che in tanti abbiamo vissuto.
Timore perché si trattava di un esame ben più importante di quelli universitari e dei concorsi per assunzioni, ne andava della nostra sorte e senza prove d’appello. Molti si chiedevano l’un l’altro chi fosse quel giudice che avevano dinanzi: figurarsi la meraviglia quando egli si rivolse a noi che stavamo alla destra dicendo che invece lo avevamo incontrato tante volte, sia dentro noi stessi quando avevamo portato con fedeltà e dignità la nostra croce quotidiana fatta di responsabilità e sofferenze, sia quando avevamo aiutato i nostri fratelli e sorelle a fare lo stesso.
E quando ci sorrise, rivedemmo nel suo volto quello di tante persone care: che gioia, aveva proprio ragione!