Al cuor non si comanda, si dice di fronte a due giovani innamorati. Eppure la parola ci introduce ad un nuovo modo di amare. Il contrario dell’istinto non è la testa, ma un’educazione dei sentimenti.
Stiamo camminando verso la Pasqua, emblema di un amore sbilanciato che va oltre la nostra giustizia: un amore che perdona chi lo uccide e che salva coloro che si sono persi. Al termine della prima settimana di quaresima, chiediamo al Signore la grazia di farci andare oltre ai nostri calcoli, di fare dei nostri sentimenti non una prigione entro cui limitarci, ma una strada attraverso cui esprimerci. «Beato il servo che tanto è disposto ad amare suo fratello quando è infermo, e perciò non può ricambiargli il servizio, quanto l’ama quando è sano, e può ricambiarglielo» (FF 174).