Oggi la Chiesa fa memoria dell’evangelista Giovanni, il discepolo che Gesù amava, che nell’ultima cena ha posato il capo sul petto di Gesù.

Saputo da Maria di Magdala che il sepolcro era vuoto, Giovanni e Pietro corrono per verificare quello che ha detto Maria. Immaginiamo lo sconcerto. Quando entrano nel sepolcro, Giovanni vide e credette: ha visto solo dei teli posati là, l’unico segno. Ma lo sguardo di Giovanni va oltre, è un vedere con l’occhio interiore del cuore, quello dell’amore. Il suo sguardo supera l’abisso di un’assenza, ed è proprio quel vuoto che gli permette di credere al dono di Gesù. Lì Giovanni scopre e testimonia una presenza che è il Dio con noi, il risorto.

Il petto del Signore, scrive Evagrio Pontico, è la conoscenza di Dio; chi ha il dono di riposarvi diverrà teologo.