Piccolo, fragile, nascosto: così viene ed è presente il regno di Dio.
Se ne sta come un seme sotterrato in attesa delle condizioni necessarie per germogliare: poi lascia esplodere in maniera dirompente tutto il suo potenziale tanto da diventare un albero rigoglioso capace di accoglienza.
Se ne sta, il regno, disperso come il lievito nella farina anche lui in attesa di essere attivato da un po’ di calore che lo renderà protagonista spesso dimenticato, una volta che la pasta sarà bella gonfia. Eppure senza seme non può esserci accoglienza e senza lievito la farina non diventa cibo buono.
Così siamo noi senza il regno che è, in definitiva, Gesù che abita ed opera in noi con lo Spirito: poco aperti ad accogliere e cibo per niente buono, anche se, a volte, siamo gonfi… di orgoglio.