La festa di oggi ci dona di entrare nel mistero di Dio che è relazione e comunione di vita, reciprocità e scambio di doni.

Nell’incarnazione Dio è apparso come Padre che, mediante il suo Spirito, dona tutto ciò che è nel Figlio, nel vincolo di un amore eterno. Anche noi battezzati “nel nome”, siamo chiamati a una vita che rifletta un’appartenenza, una relazione, per essere tessitori di comunione nell’orizzonte della misericordia e del perdono. Anche se le nostre relazioni sono ferite e segnate talora da fallimenti, portiamo nel cuore l’anelito alla comunione, a essere una cosa sola, a immagine della Trinità che è unità nelle differenze.

Siamo chiamati a tessere quel legame di amore che ci ha benedetto e generato, costruttori di speranza in questo nostro mondo.