Per la prima volta nel vangelo di Luca, Gesù parla di Dio come Padre mio. Lungo il racconto questa espressione assume significato sempre più profondo.
Per ora, con Maria e Giuseppe, restiamo sulla soglia di un mistero che chiede tempo e ascolto. Del lungo periodo di Nazareth, prima che Gesù si riaffacci come presenza del regno di Dio e figlio dell’uomo venuto per servire e dare la vita, abbiamo solo essenziali pennellate. Il vangelo ce lo mostra sottomesso a genitori capaci di custodire ciò che non capiscono senza nulla togliere alla cura che fa crescere.
Ogni focolare domestico, come la famiglia di Nazareth, è chiamato a farsi custode della vita divina, che è presenza di Dio Amore fra noi. Egli stesso ci insegna l’arte quotidiana dell’accoglienza reciproca e il dono incessante della carità.