Paolo pone anzitutto la domanda sull’identità di colui che lo interroga.

La storia di ognuno di noi con Dio dovrebbe iniziare con la stessa richiesta sulla sua vera identità, per poi in seguito chiederci cosa comporta, nella pratica, aver fatto questo incontro che ci ha cambiato la vita. Tutta la nostra vita si gioca fra questi due interrogativi che si alternano e si rincorrono sostenendoci e stimolandoci.

Tra le due domande, però, c’è anche per noi la risposta: «Io sono Gesù, che tu perseguiti». Chiediamoci: in chi, in cosa, Signore, ti sto perseguitando? Perché mi è così difficile vederti presente proprio lì dove sono turbato così profondamente? Qual è la situazione in cui tu sei e che io sto cercando di annullare, schiacciare, eliminare come Paolo con i cristiani?