All’inizio di questa settimana il vangelo sembra parlarci di un’opera di liberazione confezionata con alcuni ingredienti: il vedere, il chiamare a sé e l’imporre le mani. Tutti gesti di una tenerezza infinita, spiazzante.
Ma se proviamo a guardare meglio, il vangelo ci parla anche di un’altra persona che viene illuminata e slegata dalle catene: il capo della sinagoga; gli ingredienti però stavolta sono verità, uso della ragione e amore schietto e severo, che vanno a liberare una misericordia che era ingabbiata in un cuore rigido, legato a schemi di morte.
«I suoi avversari si vergognavano»: ecco la svolta. Questa vergogna può essere segno del dischiudersi di un nuovo cammino, che mette al centro la passione e l’amore di Dio per l’uomo.