Siamo diventati un po’ allergici alla parola perfezione, dopo che questa, intesa in senso religioso e morale come uno sforzo sovrumano per superare limiti e mancanze, per secoli ha mietuto vittime.
E se invece considerassimo la perfezione come quell’andare fino in fondo nell’amare, così come siamo, ma resi fratelli di tutti, proprio di tutti, oltre ogni classificazione e divisione, oltre ogni appartenenza o etichetta?

Il Signore Gesù ci dice di fare ciò che lui stesso ha imparato dal Padre e che appare come lo straordinario del vangelo rispetto a ogni legge e ad ogni logica mondana. Siamo figli del Padre celeste, non perché invulnerabili, impeccabili, ma perché liberi e aperti a tutti, nella forza dello Spirito di Gesù che ci ha amato fino alla fine.