Senza di te, Signore Gesù, siamo come tralci staccati dalla vite la cui sorte è la sterilità e persino la morte.

Tu, Signore, sei la vita e solo in te noi possiamo vivere in pienezza, portando rigogliosi frutti di opere sante. Il dono che ci affidi è grande, gratuito, immeritato: segno del tuo amore sconfinato per ciascuno di noi. La tentazione di sempre, però, ci spinge a dare credito all’illusione di essere fecondi anche lontani da te.

Per fortuna, o per grazia, la nostra debolezza è grande: staccati da te diventiamo schiavi di noi stessi, servitori del nostro io, fautori di castelli di sabbia destinati a sgretolarsi e il destino inesorabile è la morte.