Ho sempre avuto familiarità con i numeri, da quando sedevo al banco delle imposte, e scrivendo il vangelo ho avuto un particolare riguardo per il sette: le domande del Padre nostro, le parabole, le parti in cui è diviso il mio scritto e così anche i guai che ho messo sulla bocca di Gesù nei confronti di scribi e farisei.
Il primo guai riguarda la loro interpretazione della scrittura: l’avevano ridotta ad un ginepraio di 365 divieti e 248 precetti che oscuravano il volto del vero Dio. Una legge data per rinfrancare l’anima, far gioire il cuore e dare luce agli occhi era diventata un fardello che non liberava, ma schiacciava le persone.
Ad eccezione naturalmente degli intransigenti custodi che trovavano sempre il modo di non farsene carico, ma restando comunque schiavi della loro presunzione.