Quante volte ci capita di pensare che le persone che cadono, ricadono e sbagliano di continuo stanno, in fondo, sfruttando il terreno della nostra giornata, senza il minimo desiderio di cambiare o di dare una svolta decisiva alla loro esistenza, pensando che in fondo non vale pena di spendere tante energie?

Giovanni Paolo ii diceva: «l’uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato». Forse solo vivendo questo invito, ponendoci accanto, con pazienza e misericordia al fratello che sbaglia, e non di fronte a lui come giudici, ci ritroveremo a condividere nello stupore e nella gioia frutti inaspettati di salvezza.