Il miglior commento al vangelo lo offre lo stesso Pietro: «Esorto quale testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della sua gloria: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge».
Pietro ha saputo rispondere esattamente non per suo merito, ma grazie alla rivelazione del Padre e ha potuto salire in cattedra solo da testimone, dopo essere stato con il maestro e dietro a lui, lasciandosi ritrovare e salvare dopo la prova.
Il discepolato di Pietro è ricco di quel riconoscimento reciproco con il suo maestro che è ciò che può liberare da quegli atteggiamenti che oggi chiamiamo sempre più frequentemente abusi di potere.