Dio si fa bambino per spiegare bene a tutti, senza rischi di fraintendimenti, che la debolezza è la sua forza; che la prevaricazione non è il modo con cui vuole rapportarsi all’umanità. La potenza non entra in campo come prepotenza.
Non è un’ipotesi: è la realtà. Il simbolo della guerra, l’arco, viene messo definitivamente fuori uso. Senza di esso la forza dei guerrieri è vana. Chi è debole invece viene rivestito, come una corazza, del vigore del Signore e non può temere alcun male.
Nell’avvicinarci al Natale la scrittura ci prepara sgretolando le nostre supposizioni riguardo a Dio, per aiutarci ad accoglierlo come in realtà è. Esattamente l’opposto delle nostre credenze, lontanissimo dalla nostra mentalità, ma decisamente consonante con i nostri desideri più profondi e illuminante la nostra speranza.