Probabilmente le tentazioni di Gesù non sono state solo quelle degli inizi, nel deserto, né quell’ultima sulla croce, terribile nella solitudine estrema e nell’abbandono.
Ogni giorno il Signore, come tutti noi, ha dovuto scegliere la propria vocazione: quella di Figlio e di fratello, quella di chi sa che, a volte (quando vorremmo una vita non semplice, ma semplificata, con sconti e scorciatoie) non basta accogliere il fatto di dover essere seme che muore per germogliare e portare frutto.
A volte è necessario accogliere l’Oltre che è già seminato in noi, che è grazia, non merito ma dono. Gesù, in cammino con noi verso Gerusalemme, ci propone di fare quel passo in più: avere il coraggio del chicco che non solo muore e diventa grano, ma sa anche di dover attraversare il fuoco per diventare pane.