Ogni persona, chiamata ad una crescita integrale della propria umanità, per necessità deve dare un giudizio su ciò che vede, sente, sceglie; proprio una crescita equilibrata aiuta a formare nella coscienza un retto discernimento.

Ma quando il giudizio è bloccato da pregiudizi, si deforma, e l’istinto peccaminoso che ognuno porta in sé si erge contro gli altri, le istituzioni, le categorie che riteniamo avverse. Ed ecco che la pagliuzza diventa una trave, ogni erba un fascio.

La parola che oggi il Signore ci offre è un aiuto per essere liberati dalla pretesa di ergerci a giudici dei fratelli; lui solo conosce il cuore delle persone. Impegnarci a vedere il bene fuori di noi rende buona anche la nostra esistenza.