Tendendo la mano. Essere a portata della mano di Gesù, così che lui possa afferrare la mia mano, risollevarmi, tirarmi fuori da me stesso, accompagnarmi. Un Gesù a portata di mano. Non appiccicato a me (fusione), non eccessivamente lontano da me (estraneità). Ma alla giusta distanza per costruire una relazione, stringere un’amicizia, camminare insieme.

Essere dentro a questo spazio relazionale mi fa suo familiare. Non l’essere frate, l’andare a messa tutti i giorni o fare chissà quali meravigliose iniziative mi garantisce di essere dentro. Posso fare un sacco di cose, ma essere fuori, come la madre e i fratelli di Gesù. Fuori da quella logica per cui non sono io che decido di me, ma mi lascio decidere da un Altro.

Accettando che sia l’amore vero, la volontà del Padre, a trasformarmi.