Il vangelo di oggi ci rimette sulle labbra e nel cuore la preghiera che più ci è cara, probabilmente la prima che abbiamo imparato.
Insegnandola a noi, Gesù non fa altro che consegnarci la sua esperienza filiale e introdurci nel suo modo di pregare. Convertirsi è sperimentare la gioia di poter dire insieme a Gesù: Padre e rivolgersi a Dio con fiducia, abbandono, nella certezza di essere ascoltati da colui che vuole il nostro bene.
Nel Padre nostro non troviamo espressioni di lode o ringraziamento, ma solo domande, estremamente sobrie. È come se Gesù volesse riportarci alla verità della nostra condizione esistenziale: abbiamo bisogno di chiedere, siamo dei poveri che tendono le loro mani al Padre e che manifestano a lui la propria e altrui povertà.
Senza vergogna e senza paura.