Pietro e gli apostoli, animati dallo Spirito santo, non hanno più paura, qualunque cosa possa loro accadere.

Sanno di avere un compito: rendere testimonianza di ciò che è accaduto; la morte e la risurrezione di Gesù. Ma anche quello che hanno sperimentato in loro stessi, il miracolo dei loro cuori trasformati, i loro timori divenuti certezze, le loro povere forze trasformate in coraggio. È un debito di riconoscenza.

E noi? Cosa aspettiamo a riconoscere e a testimoniare al mondo le grazie che si sono susseguite nella nostra esistenza? E a raccontarle agli altri che devono sapere com’è l’amore del Padre, perché anche loro non si perdano d’animo e continuino a sperare?

Essere testimoni della misericordia di Dio fatta carne non è solo un compito; è anche un privilegio.