E se quel piccolo fossi io? Non altri. Io, che mi è chiesto di prendere in braccio, aiutare, salvare.

Anzitutto io! Smettere di fingermi grande, di ritenermi forte. E finalmente abbassare l’asticella. Chinarmi piano piano su me stesso, sulla mia debolezza: sono io quel bambino. Ammettere il mio bisogno di affetto, di una carezza. Lasciarmi risollevare; non disprezzare le mie immaturità, i miei peccati. Ma riconoscerli come luogo di incontro, spazio dove gli altri (e l’Altro) possono entrare.

Sì, in questo ridivenire piccolo sta la mia grandezza. In un tempo in cui tu vali perché hai un titolo, perché appari in TV, perché sai gridare, il Vangelo sussurra la forza della piccolezza. Dal giorno in cui Dio ha messo la sua gloria dentro la fragile carne di un bimbo, basta essere semplicemente umano.