Un Dio innamorato dell’uomo. Un Dio che non giudica la mia debolezza, ma la riplasma sempre, senza stancarsi mai. Che bello questo volto di Dio che Gesù oggi ci racconta!
Gesù non vede la macchia di peccato che i farisei, ipocriti, vedono. Gesù vede semplicemente un uomo. Certo, non un uomo perfetto, un eroe: Matteo è inchiodato al tavolo delle imposte, chiuso in un mondo piccino e poco pulito. Ma pur sempre un uomo, in cui il bene possibile di domani conta di più del male di ieri e del peccato di oggi.
Gesù non si lascia impressionare dalla mia fragilità, ma si converte a me proprio nella mia fragilità. E diviene guarigione fermandosi a casa mia, facendosi compagno di mensa.
Dal tavolo delle imposte alla tavola dei figli amati: questo il passaggio che mi è chiesto.