Il Vangelo è sempre concreto, parla di un voler bene che non è mai generico. L’assetato, l’affamato, colui che è nudo, sono quell’uomo, quella donna che in quel preciso momento ci hanno interpellati. E la nostra mano che si tende, il nostro cuore che ospita il bisogno di chi gli è vicino, è ciò di cui Gesù sta parlando.
Il mondo si salva nei gesti di prossimità di coloro che incontrano il bisogno dell’altro come fosse il proprio; che sentono di dover restituire quanto ricevuto in dono. Non può guidarci la paura di perdere ciò che abbiamo, ma il desiderio di condividerlo per gioirne mille volte di più.
L’umanità ha un unico volto, quello di Cristo, e quando una parte gioisce tutto il Cristo gioisce.