Nel brano di vangelo di oggi Gesù si rivolge agli scribi e ai farisei, ma dovremmo sentirci tutti chiamati in causa per verificare la nostra testimonianza.
Parliamo molto e operiamo poco? Agiamo in contraddizione alle nostre stesse parole? Il giudice Livatino, beato ucciso dalla mafia, ha detto: «Non ci sarà chiesto se saremo stati credenti, ma credibili». E san Francesco diceva: «È da compiangere il predicatore che con la malvagità della vita distrugge quanto ha edificato con la verità della dottrina… a costoro è preferibile uno semplice e privo di lingua, ma capace di spingere gli altri al bene col suo buon esempio».
Quanto vale per i predicatori vale anche per chi, nel mondo, ha poche occasioni di parlare e molte possibilità di annunciare il vangelo con le opere.