Un Dio umano; un Dio alla mano; un Dio che compie meraviglie attraverso le sue mani, mani di madre e di padre.

Di più: attraverso le sue dita. Il che indica un’attenzione ancor più premurosa, una cura che dona vita. Come il dito di Dio che plasma l’Adamo nel giudizio universale di Michelangelo; un tocco che ricrea. Un amore che guarisce e rialza. Se la legge di Dio era scritta dal dito di Dio su tavole di pietra, con Gesù l’amore è scritto «non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani» (2Cor 3, 3).

Il dito di Dio. Non un’immagine potente, gloriosa; ma gentile: il regno di Dio mi raggiunge attraverso la delicatezza di un dito. Insegnandomi uno stile tutto particolare, fatto di determinazione e di tatto insieme, franchezza e sensibilità. Combattiva tenerezza. Infinita delicatezza.