Cattiva consigliera la presunzione, soprattutto quando si tratta di accogliere Dio e il suo modo di venirci incontro: vorremmo incasellarlo nelle nostre attese e pretese.

Come i compaesani di Gesù: quel falegname, di cui sapevano tutto, che parlava così bene, avrebbe dovuto avere più riguardo nei loro confronti, compiere solo per Nazaret gesti spettacolari. Invece li invitava ad aprire il cuore alla sua parola che non conosceva confini. Mi ha pure citato: anch’io, personaggio di spicco, abituato alla grandezza, aspettavo segni tangibili dall’uomo di Dio, e mi sono scandalizzato perché neppure s’era fatto vedere.

Ma il buon senso dei miei servitori mi ha aiutato a compiere un cammino di umiltà e di fede nella parola profetica: e l’acqua del fiume straniero mi ha fatto rinascere!