Fino a quando non ci riconosciamo malati non comprendiamo il bisogno che abbiamo di Dio.

Forse non sappiamo dare nome alla nostra malattia, ma possiamo andare da lui e raccontare cosa e come ci fa male. Egli, che è nostro medico, ascolterà i nostri sintomi e troverà la cura migliore per sanare il nostro cuore, la nostra mente, la nostra anima. Forse ci farà fare qualche esame (anche di coscienza), con l’invito a confrontarci con la sua parola che, come spada affilata, penetra nelle nostre profondità più nascoste che, a volte, sono sconosciute anche a noi stessi.

Come quando andiamo dal medico dei corpi, andiamo con fiducia dal Signore che è signore dell’anima e del corpo, della psiche e del cuore: e lui, per prima cosa, preparerà per noi un banchetto di convivialità e amicizia.